Claudio Varalli (Bollate, 1º luglio 1957 - Milano, 16 aprile 1975) e Giannino Zibecchi (Milano, 18 febbraio 1947 - Milano, 17 aprile 1975) sono stati due antifascisti italiani.

La mattinata del 17 aprile 1975 inizia con l'assalto di alcune sedi cittadine del Movimento Sociale Italiano e di numerosi bar considerati abituali ritrovi della destra neofascista cittadina. Il corteo intanto formatosi per la manifestazione è assai corposo e da Piazza Cavour si dirige verso la sede del Movimento Sociale Italiano di via Mancini. Qui i manifestanti trovarono un gruppo di fascisti schierati in strada a difesa del MSI. Tra i due si trovano schierati numerosi poliziotti e carabinieri per impedire il contatto tra i due gruppi. Migliaia di militanti di sinistra si accalcarono in Corso XXII marzo in prossimità dell'incrocio con via Mancini, dove poco dopo iniziarono i tafferugli fra i manifestanti da una parte, e i poliziotti e carabinieri dall'altra. Nel contempo, da piazza Cinque Giornate arrivarono altri automezzi dei carabinieri a gran velocità. Di fronte alla carica di automezzi pesanti, per sgomberare marciapiedi e strada, ai manifestanti non resta altro che arretrare nel miglior modo possibile per non subire danni. Uno dei camion che stava correndo sul marciapiede per evitare un pilone assai robusto su cui era stato posto un pesante orologio da strada, sterza e finisce con l'investire in pieno Giannino Zibecchi, che muore schiacciato dal grosso automezzo. Vi son altri feriti meno gravi coinvolti nell'urto, ma anche alcuni feriti da colpi di arma da fuoco.
Il Collettivo Studentesco Valdostano ricorda questi due giovani e la loro morte ad opera di mani fasciste o di presunti tutori dell'ordine senza nostalgia commemorativa, ma come stimolo all'impegno. Il loro sacrificio ci ricorda come l'antifascismo sia una pratica da portare avanti nelle lotte quotidiane per non disattenderne le rivendicazioni, per non far naufragare nell'utopia l'insieme di idee politiche e sociali che portarono in campo tante intelligenze, passioni, energie, senza ricerca di tornaconti personali o di potere e continuano a farlo tutt'ora.
“nella memoria l'esempio, nella lotta la pratica. Antifascisti sempre”
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