domenica 14 agosto 2011

Nessun uomo è illegale: FUOCO AI CIE!


..."Narra dello spezzare le catene che ci hanno avvolto fin dal primo giorno di scuola, dal primo giorno di lavoro; catene che ci avvolgono lentamente, fino a quando non veniamo considerati adulti responsabili, ma a causa di queste catene abbiamo dimenticato come muoverci, come essere liberi, in armonia con la vita...”
Questa volta a spezzare le catene sono stati i prigionieri del CARA di Bari, che dopo mesi di attesa e manifestazioni hanno dato vita ad una grande rivolta che per qualche ora ha paralizzato la città, resistito alla polizia, fino a riuscire ad imporrre le trattative.
Dalla Statale Adriatica bloccata ai binari della stazione si è levato con forza il desiderio di libertà di chi sarebbe dovuto sostare nel CARA per soli 35 giorni invece ci sta da mesi, di chi non ha ottenuto né accoglienza né risposte, nonostante la pressione esercitata.
Gli immigrati, ganesi, ciadiani, ivoriani, libanesi, iracheni si sono uniti ignorando le differenti nazionalità, in una lotta che ha visto rinascere la coscienza di classe, dimostrando grande forza e dignità, riuscendo con i sassi a tenere testa alle forze dell'ordine, braccio armato di un governo razzista e xenofobo.
A cogliere la scintilla di ribellione di Bari sono stati i circa 350 Braccianti di Nardò in Puglia, che stanno incrociando le braccia da giorni, lasciando incolti i campi di pomodori per opporsi alle paghe misere e alle condizioni di vita disumane a cui sono costretti.
Rosarno, Lampedusa, nardò, Bari...qualcosa si sta muovendo.
Libia, Siria, Egitto, inghilterra, Francia, il vento della rivoluzione soffia impetuoso, e non bastano poliziotti, lacrimogeni, manganelli, carroarmati, a fermarlo.
Ogni azione scalfisce il sistema che ci sovrasta.
Un'unica grande lotta contro il capitalismo e la globalizzazione selvaggia.
Un'unica grande rivoluzione per la dignità e la libertà dell'uomo.

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