La parola farmaco in greco significa sia medicina, sia veleno.
Sembra strano eppure, a pensarci più attentamente, tutte le medicine hanno effetti collaterali e, inoltre, su questo binomio tra protezione e danno si basano tutti i vaccini.
L’inoculazione di una forma di infezione attenuata permette al nostro corpo di produrre anticorpi che saranno pronti a contrastare l’infezione successiva.
Quest’ambiguità insita nell’etimologia ci avvicina al tema di “Le vie dei Farmaci”: è accettabile che le multinazionali concentrino i loro sforzi di ricerca e commerciali in occidente per produrre piccoli progressi nella cura, ma consistenti guadagni, quando la maggioranza degli abitanti del pianeta non ha accesso ai farmaci salva vita?
Il sistema economico e politico che controlla il mercato può decidere che per apportare un piccolo beneficio ben retribuito a una minoranza già molto agiata, un’ampia maggioranza debba restare nella miseria e morire per malattie che la scienza potrebbe vincere.
Nel mondo delle multinazionali del farmaco quali decisioni sono medicine e quali veleno per gli esseri umani?
Quasi quindici milioni di persone nei paesi in via di sviluppo muoiono di malattie facilmente curabili; sono circa quarantamila persone al giorno: uno stadio di calcio gremito durante una finale di coppa.
Un massacro quotidiano che potrebbe facilmente essere evitato. Perché tutto ciò accade?
Le vie dei farmaci è un documentario che cerca di rispondere, dal punto di vista economico, politico, medico e sociale a questa domanda.
L’accesso ai farmaci essenziali e salvavita dovrebbe infatti essere garantito a tutti.
Il cineforum, l'autoinformazione, sono tutte occasioni, vere e proprie boccate di fresco ossigeno, per uscire dalla passività che ci sovrasta, ribellarci alla cultura dominante, evadere dalle gabbie di ignoranza in cui siamo costretti.
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